Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba DOCG
Questo vino corrisponde all’intero territorio di un solo piccolo Comune a sud di Alba, allungato su una collina a 500 metri s.l.m.
La predilezione dei produttori di Diano per questo vitigno e l’esperienza tramandata nelle generazioni ha individuato nel tempo così bene le posizioni migliori per i vigneti, che è stato possibile delimitarle con precisione fin dal 1986, attraverso la pubblicazione da parte dell’amministrazione comunale della mappa delle aree per l’attribuzione della menzione del nome di vigneto.
Queste aree, le più vocate alla viticoltura, si chiamano sörì che in dialetto piemontese sta per “luogo ben esposto”. In tutto i sörì interamente compresi nel Comune di Diano d’Alba sono 77 e nel 2009 il Consorzio li ha proposti al Ministero dell’Agricoltura per dar loro il valore di Menzioni Geografiche Aggiuntive come si è fatto con i vini Barbaresco e Barolo.
Contemporaneamente il Dolcetto di Diano d’Alba ha richiesto l’elevazione a Docg. Il vino Diano d’Alba ha un colore rosso rubino intenso con giovanili riflessi violacei, profumo fragrante e fruttato, marcato di ciliegia marasca e a volte di mora o confettura, sapore secco, nervoso, asciutto, piacevolmente influenzato da un retrogusto varietale di mandorla amara che stimola il palato. Possiede alcuni tratti aromatici, tra cui il geraniolo, che lo rendono piacevole da giovane e ha la forza di un medio invecchiamento. Con un invecchiamento di almeno 18 mesi lo si può esibire nella tipologia “Superiore”. Il Maestro Gino Veronelli lo aveva messo tra i vini che più amava.