Beppe Fenoglio, Alba, la Resistenza e le Langhe

Beppe Fenoglio nasce ad Alba il 1 febbraio 1922 e fin da ragazzo mostra una certa predilezione per la scrittura. Vive e studia ad Alba, che in quegli anni si sta avviando a diventare un centro economico importante per le Langhe. Si iscrive al Liceo-Ginnasio “Govone” della sua città, dove l’insegnante Maria Lucia Marchiaro lo avvia allo studio dell’inglese e della letteratura anglosassone. Nei periodi estivi trascorre le vacanze presso i parenti di San Benedetto Belbo e a Murazzano, dimostrando un particolare affetto verso le colline delle Langhe, terra d’origine del padre, di professione macellaio. Al Liceo ha la fortuna di essere allievo di due illustri insegnanti, che diventano per lui un importante punto di riferimento nei suoi studi e per la vita: Pietro Chiodi, professore di filosofia, e Leonardo Cocito, docente di italiano.

Entrambi antifascisti, si impegnarono attivamente nella guerra partigiana e seppero trasmettere al giovane Fenoglio valori umani e filosofici importanti, che si ritrovano tra le righe dei suoi scritti, basati sul rispetto e sulla solidarietà. E, nonostante il suo coerente laicismo, Beppe Fenoglio stringe una profonda amicizia, destinata a durare tutta la vita, con il teologo e filosofo don Natale Bussi. Terminato il Liceo, lo scrittore decide di iscriversi alla Facoltà di Lettere di Torino; ma interrompe gli studi nel 1943 a causa della guerra. Con l’8 settembre e lo sbandamento dell’esercito italiano, Fenoglio sceglie, come Chiodi e Cocito, la via della collina, verso l’Alta Langa, per entrare anch’egli in una delle bande partigiane che si erano formate in quel periodo. Lì si aggrega prima con una formazione garibaldina, per poi passare a una brigata dei badogliani, partecipando così attivamente alla Resistenza e il 10 ottobre 1944 è con le forze che liberano Alba, che viene difesa fino al 2 novembre. Questa sua esperienza confluisce in uno dei suoi racconti più famosi, I ventitrè giorni della città di Alba.

Trascorre il difficile e lungo inverno successivo in un isolamento terribile, presso la Cascina della Langa. Nell’ultimo periodo della sua azione partigiana (marzo – maggio 1945), è ufficiale di collegamento presso la missione inglese, che opera nel Monferrato, nel Vercellese ed in Lomellina. Dopo la Liberazione, ritorna alla vita civile, ma l’esperienza partigiana è fondamentale nella sua vita ed ispira molti dei suoi romanzi e racconti.

Dal 1947 lavora presso l’azienda vinicola Marengo di Alba come corrispondente estero, incarico che gli era stato assegnato per la sua ottima conoscenza della lingua inglese. Fenoglio nel frattempo si dedica alla scrittura di racconti e romanzi, sua vera aspirazione, per così realizzare il suo sogno di diventare scrittore. Nel 1949 pubblica il suo primo racconto, Il trucco, con lo pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti, su Pesci rossi, bollettino editoriale di Bompiani. Nel 1952 escono presso Einaudi dodici racconti (sei partigiani e sei di Langa), intitolati I ventitrè giorni della città di Alba. Nel 1954, nella collana dei Gettoni di Einaudi, viene pubblicata La malora, storia drammatica, della società contadina dei primi anni del ‘900, ambientata nelle Langhe, e nel 1959 il romanzo Primavera di bellezza.

La sua è una scrittura per certi versi epica, innovativa, ricca di neologismi e termini presi dalla lingua inglese, asciutta e carica di ironia pungente, che in maniera unica racconta le Langhe, il suo territorio e le sue persone.

Fenoglio ottiene i primi riconoscimenti dalla critica solo a partire dal 1960, quando vince il premio Prato con Primavera di bellezza e nel giugno del 1962 riceve il premio “Alpi Apuane”, in Versilia, per il racconto Ma il mio amore è Paco, pubblicato su Paragone. Gravemente ammalato, Fenoglio viene ricoverato all’ospedale Molinette di Torino e  lì si spegne nella notte tra il 17 ed il 18 febbraio 1963. A fine aprile del 1963, Garzanti pubblica Un giorno di fuoco, che comprende sei racconti già selezionati dall’Autore, sei ritrovati da Lorenzo Mondo ed il romanzo Una questione privata. La sua fama come scrittore è stata soprattutto postuma. Ad Alba, in piazza Rossetti 2, è possibile vedere una parte della sua casa, dove ha composto buona parte dei suoi romanzi. L’edificio, conosciuto come “Casa Mulassano” è oggi sede di un importante Centro studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura “Beppe Fenoglio” o.n.l.u.s. Qui il turista può visitare parte dell’alloggio originale della famiglia Fenoglio e il nuovo Spazio Gallizio, dedicato al grande artista albese contemporaneo di Beppe Fenoglio. Alba può essere un ottimo punto di partenza per la scoperta della città che ha dato i natali allo scrittore, con un percorso cittadino ben presente nei punti chiave del centro storico relativi alla sua vita e a passi delle sue opere. Ma da Alba ci si può spostare nelle Langhe, che conservano memoria del suo passaggio e degli eventi di cui lui fu protagonista: percorsi fenogliani sono stati realizzati a San Benedetto Belbo, a Murazzano e a Mango.