Ospite della Strada il 3 maggio alle ore 18.00 presso il WI.MU. – Museo del Vino di Barolo.
«Sono un appassionato di cibo e vino, non un esperto di marketing: non sono qui per regalarvi ricette, ma per dirvi: confrontiamoci e insieme troviamo buone idee»: si è presentato così Enzo Vizzari, il direttore delle Guide de l’Espresso invitato al WiMu dalla Strada del Barolo.
Non sarà un esperto, Vizzari, ma la sua è stata una piccola, preziosa lezione di “marketing del buonsenso”, come ha avuto modo di commentare Roberta Milano, esperta di marketing turistico che seguiva la diretta su Twitter del #barolotalk.
Molti gli interventi anche in sala, non solo sul web: in generale per ribadire con forza il ruolo di ambasciatore della produzione piemontese – e italiana – del Barolo, sul quale secondo i produttori presenti vanno fatti interventi di comunicazione e marketing che possano aprire le porte dei mercati alle aziende e ai vini meno conosciuti.
Il consumatore rivoluzionario
Un intervento a braccio, quello di Vizzari: Barolo e Pechino, New York e Mosca, spunti di riflessione e interpretazioni sul mercato del vino nel mondo globalizzato.
Una riflessione incentrata a lungo sulla figura di un nuovo consumatore, che s’affaccia sulla scena libero dai modelli di consumo classici, che anzi «se ne frega» delle consuetudini, anzi vi si accosta rivoluzionandole. Ed è a questo nuovo consumatore che i produttori devono imparare a parlare, con strategie commerciali e di marketing adattabili a diverse culture e anche a livelli di potere d’acquisto diversi: «Non dobbiamo pensare di avere sempre a che fare con il magnate russo: i nuovi mercati sono promettenti e vasti, ma le persone che li abitano spesso hanno capacità di spesa limitate».
Non c’è “la” ricetta
Chi si aspettava, insomma, un Vizzari dispensatore di formule magiche sarà rimasto deluso: «Il marketing è un obbligo, sia per chi fa pochi vini, sia per chi ne produce in grandi quantità: per ciascuno va approntata una strategia personale, che sappia “vendere” l’identità specifica di ciascun produttore».
Vizzari resta comunque convinto del ruolo fondamentale del marketing per “vendere” le nostre eccellenze, a due condizioni: «Mantenere gli alti standard di qualità e salvaguardare il valore dell’identità».
Le Langhe e la “testa” dei produttori
Come spesso gli accade, Vizzari viene anticipato dalla nomea di “markettaro di ferro”, più attento ai volumi di vendita che all’identità dei territori: «Io lascio dire: quel che conta è che prima o poi tutti dovranno convincersi che il marketing è fondamentale anche per il vino».
Anche qui, nelle Langhe: «avete grandi vini e non dovete vergognarvi di “venderli”», perché o si decide di «cambiare testa», oppure sarà il mercato a farlo per voi.
Confrontarsi per migliorare
Con quello di Vizzari si chiudono per il 2012 gli incontri formativi della Strada del Barolo, all’insegna di un confronto costruttivo con tutti i punti di vista sul vino e sul suo futuro.
«Il senso di questi incontri – commenta Nicola Argamante, Presidente della Strada – è di confrontarci con esperienze e punti di vista nuovi e originali, per poi valutare con indipendenza e senso critico quello che abbiamo ascoltato: penso che il risultato sia stato raggiunto, ci fa piacere aver sollecitato idee e dibattiti su questi temi».
Sulla stessa linea Daniele Manzone, Direttore della Strada del Barolo: «A noi piace discutere, misurare la nostra esperienza con quella di altri territori: ci siamo concentrati sulle strategie di marketing e commercializzazione dei vini che, inevitabilmente, sono tra gli obiettivi dei nostri soci, ai quali con queste serate abbiamo offerto l’opportunità di confrontarsi con grandi esperti del settore».