Alla classica domanda dei turisti in visita in Langa, “Dove posso mangiare un piatto tipico e buono della vostra cucina?” la guida, la persona del posto tende sempre a dare questa risposta: “Ovunque! E’ impossibile non mangiare bene tra le mille possibilità che oggi offre il territorio albese e delle Langhe!”
E’ quella di Langa senz’altro una cucina ricca di sapori, colori e profumi, capace di stupire per ricchezza, portate ed ingredienti, il visitatore che spesso finisce per innamorarsi perdutamente di un semplice ma ben condito piatto di tajarin al ragù, di un piatto di agnolotti al plin burro e salvia.
Descrivere in poche righe la vastità e la bontà che offre oggi la cucina langarola sarebbe riduttivo e forse ingiusto nei suoi confronti; per comprenderla e gustarla appieno bisogna andare a pranzo o a cena nel più tipico dei punti di ristoro delle Langhe: la piola. L’esperienza culinaria che si può vivere entrando in un piola di Langa, quella che ricorda la vecchia osteria dei tempi andati, ben diversa dai ristoranti spesso troppo turistici o patinati, era un tempo un importante punto di riferimento per le comunità locali dei vari paesini della colline, che si riunivano al suo interno per mangiare un piatto in compagnia, giocare a carte e parlare d’affari. Ancora oggi la piola permette al visitatore di assaggiare i piatti della vera tradizione della cucina langarola fatta in casa.
Ma non dimentichiamo i rinomati ristoranti, spesso stellati, le piccole realtà paesane, le trattorie, i Wine-bar, che offrono una gamma sterminata di possibilità per tipologia e costo, al il visitatore di Langa per gustare l’eccellenza della cucina di Langa.
Un ottimo punto di partenza per avvicinarsi alla scoperta delle sue portate può essere sicuramente dato dagli antipasti; forse oggi uno dei punti di eccellenza della gastronomia di Langa, per quantità e qualità, per ricchezza di sapori e semplicità degli ingredienti.
Che dire degli ottimi taglieri si salumi nostrani, tripudio di affettati che vanno dal salame casalingo, alla pancetta, alla coppa, per arrivare al delizioso crudo di Cuneo. Ottimo viatico per proseguire tra gli antipasti e la scelta si fa veramente difficile tra il classico piatto di carne cruda all’albese, battuta al coltello o proposta in sottile fettine di carpaccio, che in stagione autunnale deve essere accompagnata dalla classica grattata di tartufo, possibilmente Bianco e d’Alba, orgoglio gastronomico della cucina della “capitale delle Langhe”; le speciali frittatine, alle erbe di campo che spesso sono le primizie di stagione , arriveranno a colorare i vostri piatti. Ottimi anche i flan con la fonduta, le crepelle ai funghi porcini, i peperoni con il bagnèt verde e le acciughe, che sembrano sciogliersi nel palato, condite con l’immancabile salsina verde o rossa (più piccante), le verdure in carpione, il tonno di coniglio. Un capitolo a parte lo riserviamo alla regina delle tavole nei mesi autunnali ed invernali, la bagna cauda, tenuta calda al centro del tavolo con un fornelletto alimentato da una candela per potervi così intingere le verdure, cotte o crude. I più coraggiosi a fine pasto provano ad intingervi anche fettine di frutta, pere o altri frutti di stagione. Da provare!
L’elenco è lungo, non voglio appositamente elencare tutti i piatti d’antipasto e non togliere al visitatore la curiosità e il piacere di scoprire altri, così da aggiungere voi quelli qui mancanti all’appello nella vostra lista personale.
Immancabili poi su ogni tavola il cestino di vimini con al suo interno croccanti fette di pane nostrano e sua maestà il grissino, specialità torinese, ma presente sul desco di langa, al mais, alla segale, da provare e cercare assolutamente quelli alla nocciola, Tonda e Gentile di Langa naturalmente.
Tra i primi l’imbarazzo della scelta è tra i piccoli deliziosi gnocchi, i ravioli del plin burro e salvia, i tajarin al ragù; questi due ultimi piatti sono il vero e proprio simbolo con cui approfondire la conoscenza del territorio di Langa. I tajarin solo tagliolini di pasta fresca all’uovo che vengono esaltati da sughi a base di funghi, carne o dal caratteristico “comodino”, un condimento a base di verdure e lardo soffritti e poi bagnati nel vino rosso. Gli agnolotti “del plin” di taglia piccolissima e con ripieni diversi dalla carne brasata alle verdure prendono il nome dal tipico pizzicotto necessario per chiuderli. Tutti ottimi i risotti, spesso impreziositi perché cotti o fatti sfumare insieme al Nebbiolo, al Barolo, o con il formaggio al castelmagno.
In autunno nelle cucine di Langa il secondo è il tripudio della carne, speciale quella bovina di razza Fassona Piemontese, che è la regina di numerose portate, come il classico e mitico “Gran bollito misto”, tipico del borgo di Carrù. Una ricetta ricca e semplice allo stesso tempo che la tradizione vuole legata alla regola del sette: 7 tagli di carne, 7 ornamenti anche essi di carne ( trippa, testina, lingua, ecc.), 7 salsine di accompagnamento dette “bagnèt” e 7 contorni. E’ l’esaltazione della cucina di Langa, assieme al celebre fritto misto, nel quale una varietà incredibile di ingredienti (dalle animelle alle salsicce, ai fiori di zucca agli amaretti e semolini) celebrano orgogliosamente la ricchezza e allo stesso tempo l’originalità di una delle cucine più antiche d’Italia. Il tutto impreziosito da calici dagli ottimi vini di Langa, dal dolcetto, alla barbera, dal nebbiolo a sua maestà, il barolo.
Il carrello dei formaggi, tome, robiole, formaggi a pasta molle o di diversa stagionatura, tutti rigorosamente fatti in caseifici dell’Alta Langa, accompagnati dalla cugnà o dal miele.
E per finire i suoi ineguagliabili dolci, essendo le Langhe la patria di delizie che vanno dall’impagabile soavità della torta di nocciola, la rinomata Tonda e Gentile di Langa, passando dalla panna cotta, arrivando al superbo Bonèt, il budino della nonna, a base di uova, senza dimenticare le ottime paste fresche…
Vi è venuta voglia di conoscere meglio e testare dal vivo la cucina di Langa vero?