A seguito del dibattito che si è aperto nei giorni scorsi sulle pagine de La Stampa a proposito degli eventi organizzati in occasione della Fiera del Tartufo di Alba e sul futuro del turismo nelle Langhe, i rappresentanti della Strada del Barolo si sono confrontati, con l’obiettivo di mettere a punto una strategia condivisa per gestire il boom di turisti che ogni anno, in particolare nel periodo della Fiera del Tartufo, si riversano sulle nostre colline.
Il tema è molto sentito da tutti gli operatori associati alla Strada del Barolo, a cominciare dai ristoratori, che lamentano una tendenza di richieste “al ribasso” da parte dei consumatori, ma anche dai produttori di vino, che soprattutto durante i week-end si trovano sempre più spesso ad accogliere in cantina un pubblico poco preparato e soprattutto poco rispettoso, che scambia la cantina per un wine bar, dove fare un aperitivo, senza acquistare neanche una bottiglia di vino e magari pretendendo anche di non pagare la degustazione. Per non parlare di alcuni comuni, presi letteralmente d’assalto dai turisti, dove nei fine settimana ci sono auto ovunque e si vedono pic-nic improvvisati sulle panchine o nei parcheggi degli autobus!
Dal confronto è emersa innanzitutto la consapevolezza che ci troviamo in una fase molto delicata: dopo aver lavorato tanto per far conoscere a apprezzare questo territorio, adesso è arrivato il momento di gestire questo boom, senza puntare a un ulteriore aumento dei turisti (+16% di arrivi e +19% di presenze rispetto al 2019), ma cercando di veicolare un messaggio chiaro, che tenga conto dell’identità del territorio ma anche della sua fragilità, al fine di mantenere il posizionamento molto alto guadagnato negli anni, con un’attenzione crescente alla sostenibilità.
I rappresentanti della Strada del Barolo sono concordi nell’affermare che in questa fase occorre molto equilibrio: non si intende puntare esclusivamente a un turismo elitario, né demonizzare il folklore e le tradizioni che, se gestite con buon senso, contribuiscono a preservare l’autenticità di un territorio. L’obiettivo è quello di arrivare a proporre un’offerta diversificata, senza per questo sacrificare la qualità, e soprattutto sempre rivolta a un turista interessato e rispettoso.
A questo proposito gioca un ruolo fondamentale la capacità di sviluppare una vera cultura dell’accoglienza, per dare modo agli operatori di diventare essi stessi ambasciatori del territorio, con l’obiettivo di aiutare i consumatori realmente interessati a capire e ad approfondire e, viceversa, imparando a riconoscere i turisti “mordi e fuggi”, avendo quindi anche il coraggio di selezionare la propria clientela. Uno degli aspetti su cui maggiormente occorre investire è la formazione rivolta agli operatori, per aiutarli a comprendere e apprendere i meccanismi specifici dell’accoglienza.
Per dare forza a queste iniziative sarà molto importante riuscire a proporre azioni condivise: ecco perché la Strada del Barolo intende convocare al più presto gli operatori del territorio per discutere insieme una strategia comune per la politica del turismo sostenibile.
«Anche sulla base dei temi trattati durante la Global Conference on Wine Tourism, che si è tenuta proprio ad Alba dal 19 al 22 settembre 2022, – spiega il Direttore della Strada del Barolo Daniele Manzone – nei prossimi mesi lavoreremo a definire una sorta di decalogo che vorremmo far sottoscrivere a tutti i nostri associati, affinché si impegnino ad adottare pratiche realmente sostenibili e anche più accoglienti. D’altra parte non possiamo accettare che le persone vadano nelle cantine a fare aperitivo, rischiando di far perdere tempo ai produttori e facendo allontanare i turisti realmente interessati, quindi vorremmo che in questo decalogo fossero indicati anche i diritti e i doveri dei turisti, oltre a quelli degli operatori».