Sabato 21 giugno 2014, a Doha, in Qatar, i «Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato» sono entrati a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.
«Un esempio eccezionale di paesaggio culturale inteso come prodotto nel tempo dell’interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica finalizzata a una produzione vinicola di eccellenza»: questo è il tributo giunto dall’Unesco per descrivere il cinquantesimo sito iscritto dall’Italia, il primo interamente basato sulla cultura del vino e della vite.
Il nuovo sito Unesco ha un’estensione di oltre diecimila ettari e coinvolge 29 comuni nelle tre province di Cuneo, Asti e Alessandria. Le zone principali sono la Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, il Roero, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante e il Monferrato degli «infernot».
Un riconoscimento che giunge dopo 10 anni di lavoro da parte dell’Associazione per il patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e di molti altri attori, fra i quali l’Associazione Strada del Barolo e grandi vini di Langa che, con il suo direttore Daniele Manzone, ha sempre sostenuto questa candidatura e ci ha creduto fermamente fin dall’inizio.
L’ingresso nel club Unesco, che riempie di orgoglio tutti coloro che da anni sono impegnati nella valorizzazione di questi territori, è però soltanto un punto di partenza, perché adesso è necessario coordinare le attività previste nel piano di gestione, a partire dalla valorizzazione e dal mantenimento del patrimonio.